Wednesday, October 26, 2005

Ancora pochi gli italiani che usano il web

Internet non decolla, deve trasformarsi per crescere: lo dicono i dati emersi dall'ultimo rapporto del Censis. Pochi gli italiani che sanno usare il computer.


Quasi tre italiani su quattro non si connettono mai a Internet: quelli che non lo fanno perché non sanno usare il computer sono addirittura il 74%. Si tratta soprattutto di anziani e di adulti con un livello di istruzione basso, accentuando il fenomeno del digital divide ormai noto.
Il computer, strano ma vero, è il principale ostacolo alla diffusione di Internet, accompagnato dalla modalità di connessione: il 72,6% usa le linee telefoniche normali, lo fa prevalentemente da casa il 70,7%.
Il divario si allarga quando si prende in considerazione il livello di istruzione, ma esiste anche un effetto generazionale (generational gap): i giovani (tra i 14 e 17 anni) e gli adulti (tra i 30 e 44 anni) sono le fasce d’età in cui la penetrazione del mezzo è maggiore.
E' sorprendende il dato del 16,5% dei giovani che, pur sapendo usare il mezzo, non si connette semplicemente perché non sa cosa farsene. La sostanziale stagnazione che si è registrata negli ultimi anni, continua impetuoso il rapporto, costituisce un importante campanello d’allarme.
Altro dato interessante è legato alla motivazione che spinge una persona a utilizzare Internet. Gli "adulti istruiti" usano il web per acquisire informazioni su qualsiasi argomento (il 42,7 % contro il 25,6% dei giovani), o per aggiornarsi in tempo reale (il 23,5%), o per motivi di studio o lavoro (il 20%).
Diametralmente diverso l’approccio dei giovani: navigano principalmente per mettersi in contatto con molte persone in ogni parte del mondo sono il 32,6%, o per divertirsi o navigare su siti più impensati: alla faccia di chi vuole utilizzare Internet per istruire, nel senso classico del termine, i giovani.
La prima funzione della Rete per i giovani è relazionale e ludica: chattare con gli amici, scrivere messaggi e scaricare la musica. L’uso dei motori di ricerca o l’aggiornamento sulle ultime news lo lasciamo agli adulti istruiti.
I comportamenti degli adulti "non istruiti" si avvicinano un po’ a quelli dei giovani. Si tratta di un sottoutilizzo del mezzo? Aspettiamo le convergenze con la mobile comunication dei cellulari evoluti o le integrazioni con la Tv digitale terrestre.

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Numero pagine: 33
Data pubblicazione: dicembre 2003
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Reti di relazioni


Ciascuno di noi stabilisce delle reti sociali, strutturate e ordinate, con i propri parenti, colleghi e amici.

Viviamo in relazioni più o meno strette con gli altri. Stabiliamo così delle reti di relazioni, reti sociali, strutturate e ordinate, con i nostri parenti, colleghi di lavoro, amici più assidui. Tutto ciò va a costituire un piccolo network (pr o piccola rete) ristretto, di cui conosciamo l'estensione e l'esistenza stessa.
Esiste poi una rete più allargata (GR o Grande Rete) fatta dalle persone più disparate, amici sporadici o d'infanzia, conoscenze lontane e occasionali, che formano un struttura sotterranea molto più ampia e a noi spesso sconosciuta.

Ogni network è fatto di connessioni e nodi. I mezzi a nostra disposizione facilitano le comunicazioni all'interno della rete: basti citare il cellulare, gli Sms, il computer, la posta elettronica, internet e i vecchi mezzi: il telefono, il fax, la posta ordinaria per citarne solo alcuni.
E' stato calcolato che il 96% delle nostre comunicazioni avviene tramite telefono e cellulare, media di comunicazione interpersonale dominante. Le notizie si diffondono con più rapidità e facilità tramite queste reti, rispetto alle altre possibili modalità.
Lavorare in rete diventa così una strategia vincente ed efficente. Le Reti tra aziende, comuni, enti e istituzioni, scuole, associazioni e gruppi sono le armi fondamentali per la crescita e lo sviluppo sociale ed economico del territorio.
Tali reti hanno una "intelligenza interna" e seguono delle regole ben precise. La rete forte, perchè più ampia e allargata, è quella fatta dai punti deboli (GR), composta da nodi lontani o occasionali che consentono di allargare la struttura verso punti nuovi.
Generalmente noi utilizziamo la piccola rete nel diffondere le notizie, le relazioni e i progetti, tralasciando i nodi lontani: così le comunicazioni, le relazioni e i progetti si fermano limitandosi a pochi, i soliti.
Ogni azienda o istituzione isolata che non fa rete con altre, non si sviluppa o cresce molto lentamente; fatica a sopravvivere nella nuova società della conoscenza estesa, iperconnessa. Anche Internet è una Grande Rete con importanti risvolti economici e sociali. Siamo pronti al cambiamento?

La tecnologia modifica le relazioni


La crescente rapidità di accesso alle informazioni modifica il modo di pensare e soprattutto di relazionarsi con gli altri.

Nell'attuale mondo iper tecnologico la dimensione psichica dell'io, quella a cui eravamo abituati, fatica a sopravvivere. Siamo sopraffatti da molteplici stimoli sensoriali, molteplici fonti informative (Internet, cellulari, televisione, video), dobbiamo fare i conti con un crescente rapidità di accesso alle informazioni.
Il nostro modo di pensare e lo stile cognitivo che utilizzavamo una volta ora non vanno più bene, sono troppo lenti e inefficaci. Dobbiamo sviluppare capacità di saper operare rapide valutazioni e selezioni delle informazioni. La razionalità lascia il posto alla creatività, il libro al Web, la scrittura alla multimedialità (gli SMS e gli MMS delle nuove generazioni, che usano i cellulari come carta e penna). La conoscenza si fonda non più sui libri ed enciclopedie, ma sempre più sull'esperienza.

Anche l'ordine cede il passo alla spontaneità, la logica al paradosso, l'individualismo al team (gruppo di lavoro, gruppi di interesse, gruppi di relazioni, gruppi di esperienze). Dominano la transizione, la complessità, il passaggio; niente è duraturo, molte informazioni valgono appena poche ore, al massimo un giorno; e poi ancora le realtà molteplici, l'iper-realtà (il cui inizio si è avuto con la virtualità). L'ordine, la logica e il rigore stentano, mentre spopola l'ambiguità (le identità indefinite nelle chat), la spontaneità, l'ironia, il paradosso. Il passato e il futuro arrancano di fronte all'immediato, al presente.
L'io si frammenta lasciando il primato al principio del piacere, vivendo una molteplicità del sé, a multipersonalità, a identità mutevoli. Cadono le certezze, avanzano gli spazi dei molteplici interrogativi, domina la comunicazione comunque e ovunque, con qualsiasi media: tutto va sperimentato condividendo esperienze, relazioni in gruppi reali o virtuali di breve durata, o creati per l'occasione.
Si vivono così mutevoli forme di coscienza; il vecchio io cede il passo all'io proteiforme, flessibile, capace di adattarsi continuamente alle nuove circostanze, trasformandosi in forme di mimetismi buoni per l'occasione. La ricchezza ora sta nelle esperienze, non più sul possesso materiale o sul consumo dei beni. Creare relazioni e reti di relazioni, anche con l'aiuto delle nuove tecnologie, ecco la nuova professione del 2000: chi è pronto?

link http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=3754&numero=572